L’amalgama di argento è una lega metallica costituita da argento, stagno, rame, palladio, indio e da una parte liquida, il mercurio.
Quando questi materiali vengono miscelati tra loro, si forma un materiale plastico facilmente condensabile e modellabile che indurisce completamente in circa due ore.

Le otturazioni in amalgama hanno rappresentato, nel passato e fino a pochi decenni fa, il rimedio principe per ricostruire i denti cariati.  D’altronde, non esistevano valide alternative né in termini economici (si pensi alle otturazioni in oro con un costo circa 6 volte maggiore) né in termini di resa.

L’amalgama ha rappresentato per moltissimi anni un ottimo compromesso tra buona resa terapeutica, facilità di utilizzo e basso costo per il paziente, rendendola il materiale più utilizzato dai dentisti fino a pochi decenni fa.

 

Un’alternativa all’amalgama d’argento: i materiali compositi

Negli ultimi decenni l’amalgama è stata rimpiazzata dai materiali compositi.

VANTAGGI FUNZIONALI ED ESTETICI

Le motivazioni sono da ricercarsi in ragioni funzionali ed estetiche. I compositi, grazie alle moderne tecniche adesive, permettono di intervenire sui denti in maniera molto conservativa (rispettando e conservando le strutture dentali quanto più possibile); inoltre, sono altamente biomimetici, cioè sono in grado di riprodurre il colore naturale dei denti.

Materiai Compositi per la riparazione delle carie
Materiai Compositi per la riparazione delle carie

RISCHI RIDOTTI

Una seconda ragione riguarda gli ipotetici rischi per la salute dovuti alla presenza di mercurio all’interno dell’amalgama.

In alcuni paesi scandinavi, di fatto, il suo uso è ormai vietato, mentre in Italia esiste una norma del Ministero dell’Ambiente, un decreto legislativo e uno presidenziale, che ne precisano il corretto smaltimento, considerandola “rifiuto pericoloso non a rischio infettivo”.

I rischi per la salute, che derivano dalla presenza di mercurio nelle otturazioni, sono irrilevanti se si pensa che la popolazione europea assume giornalmente con gli alimenti circa 5 – 10 microgrammi di mercurio.

Tale assunzione giornaliera aumenta nelle popolazioni delle zone costiere a causa del frequente consumo di pesce. I pazienti con molte ricostruzioni dentarie in amalgama non presentano però tassi più elevati di mercurio nel sangue rispetto a coloro che non ne hanno.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.), la Food and Drug Administration USA, l’American Dental Association (A.D.A.), la Federation Dentaire Internationale (F.D.I.), ma anche il nostro Ministero della Salute e le nostre associazioni di dentisti (A.N.D.I. e A.I.O.) e altre istituzioni hanno affermato che non esiste per i pazienti portatori di restauri in amalgama d’argento alcun rischio per la salute propria e dei nascituri.

 

Perché sostituire le otturazioni in amalgama

Sono 2 i motivi principali per cui le otturazioni in amalgama vengono sostituite:

  1. ragioni estetiche;
  2. ragioni funzionali.

Il primo motivo è ovvio: riprodurre i denti del loro colore naturale è molto meglio accettato e soprattutto voluto dai pazienti, molto esigenti (giustamente) quando si parla di estetica.

Il secondo motivo è più articolato: con il passare del tempo, l’integrità del dente con amalgama diminuisce, esponendo il paziente al rischio di incorrere in quella che viene definita Cracked Tooth Syndrome (CTS, in italiano Sindrome del Dente Incrinato). Consiste nella presenza di incrinature (fratture) all’interno del dente (che hanno estensione e profondità variabile) che comporta l’insorgenza, per semplificare, di 2 possibili quadri clinici:

  1. dente asintomatico;
  2. dente sintomatico: i sintomi solitamente consistono in discomfort, fastidio/dolore alla masticazione, sensibilità caldo/freddo, rebound pain (test del “rullo di cotone” che viene messo tra i denti, lo si stringe e, una volta rilasciato il morso, si avverte dolore/fastidio al dente incriminato), sintomi pulpari/parodontali (negli stadi avanzati).

Riparazione carie
Riparazione carie

La diagnosi si basa su:

  • evidenze cliniche (eseguendo test di sensibilità come il test al freddo e il test alla percussione);
  • evidenze radiologiche (in caso di fratture dentali evidenti, segni di infezione pulpare o coinvolgimento parodontale);
  • sondaggio in caso di frattura dentale completa.

La terapia, sia in caso di dente asintomatico che sintomatico, consiste nel proteggere e stabilizzare il dente coinvolto, eliminando la sintomatologia se presente, con tecniche conservative o protesiche (per i denti maggiormente compromessi).

 

Se hai dubbi sull’argomento o necessiti di un parere odontoiatrico esperto, richiedi una consulenza nel nostro studio. Il Dr. Guido Sancassani sarà lieto si valutare insieme la soluzione più adatta alle tue esigenze!